Archivio tag: Energia

In aumento l’energia da rifiuti. Nel 2011 prodotti 2 miliardi di tonnellate di rifiuti solidi urbani e 221 TWh di energia.

Il rapporto “Waste-to-Energy Markets – Renewable Power and Heat Generation from Municipal Solid Waste: Market Outlook, Technology Assessments, and Capacity and Revenue Forecasts” di Pike Research analizza le opportunità per il mercato globale delle energie da rifiuti (Waste-to-Energy – Wte) per tre segmenti tecnologici principali: combustione, gassificazione e la digestione anaerobica e «fornisce una valutazione completa dei driver della domanda, dei modelli di business, dei fattori politici, della tecnologia e le questioni connesse alla rapida crescita di mercato per le Wte», riguardanti i principali protagonisti mondiali di questo discusso settore e le previsioni fino al 2022 sulla produzione di energia per applicazione e regione.

Pike Research spiega che la Wte «comprende tecnologie di conversione termica e biologica che sbloccano l’energia utilizzabile immagazzinata nei rifiuti solidi urbani (Rsu) per produrre elettricità e calore. Gli impianti di termovalorizzazione sono integrati in più ampi regimi di gestione dei rifiuti volti a prevenire l’utilizzo delle discariche. Riducendo il volume dei rifiuti del 90% o più ed evitando le emissioni di gas metano dal degrado della discarica, la Wte offre un’opzione interessante per promuovere la crescita low-carbon nell’affollato panorama delle energie rinnovabili».

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Celle a combustione fai da te: un progetto per dare energia ai paesi sottosviluppati.

In un’era dove la ricerca e l’innovazione la fanno da padrona (peccato che nella nostra amata Italia questo non sia compreso) c’è sempre bisogno di bravi ricercatori, di ottimi innovatori e di idee brillanti. Per incentivare lo sforzo di chi impegna la vita a cercare nuovi spunti, il “Breakthrough Awards 2009”,  cerca sempre di portare alla ribalta ed all’attenzione dell’opinione pubblica mondiale le migliori idee. Quest’anno, il prestigioso premio consegnato da Popular Mechanics, è andato ad un gruppo interessante di ricercatori che si occupano di celle a combustione microbiche. Continua a leggere

Sondaggio del mese:"Su quale fonte di energia deve puntare il nostro paese per un futuro di indipendenza energetica?"

Come molti di voi sapranno, l’Italia è un pessimo produttore di energia. Ne produciamo poca e ne consumiamo molta e per far fronte a questo squilibrio, siamo costretti ad acquistarla dall’estero.

Nel 2007, il nostro paese ha avuto un “fabbisogno nazionale lordo” di circa 360.000 GWh di energia, di questi il 74% è coperto da centrali termiche che bruciano combustibile acquistato all’estero e il 13,5% è ottenuto da fonti di energia rinnovabili (principalmente idroelettrica, geotermica, eolica e fotovoltaica). In pratica, in Italia si producono circa 315.000 GWh, di cui pù della metà bruciando combustibili importati (a costi proibitivi), la restante parte è acquistata direttamente dall’estero (circa il 12%). Continua a leggere

Usare un albero come un pannello solare? Al MIT ci sono riusciti!

Proprio la settimana scorsa abbiamo segnalato un valido progetto di ricerca del MIT (Massachusetts Institute of Technology) e ora ci ritroviamo a proporre un altro validissimo progetto di ricerca, sempre dell’istituto di Massachusetts e sempre sull’uso razionale delle risorse naturali. I ricercatori del MIT, stavolta, hanno dimostrato che produrre energia elettrica dagli alberi è cosa fattibile: basta mettere un elettrodo su una pianta e un altro nel terreno per ottenere una differenza di potenziale di 200 mV, scarica sufficiente ad accendere un piccolo circuito elettrico. Lo scopo sarebbe quello di sostituire i pannelli solari fotovoltaici (artificiali) con gli alberi (che sarebbero pannelli fotovoltaici naturali) ma, vista la bassa differenza di potenziale che si ottiene, la cosa è, per ora, poco conveniente. Infatti, un sistema simile, potrebbe essere utile a tenere attivo un piccolo impianto antincendio che potrebbe attivarsi automaticamente in caso di incendio. “Per quel che ne sappiamo – spiega il professor Babak Parviz, docente di ingegneria elettrica presso l’Università di Washington – è la prima volta che si riesce a produrre energia esclusivamente mettendo degli elettrodi negli alberi”.

Un progetto simile si sta portando avanti anche in Italia, precisamente dal dipartimento di Ortoflorofrutticoltura di Firenze, che studia l’elettrofisiologia radicale già da alcuni anni.”Si tratta di una scoperta interessante – spiega il professor Francesco Ferrini, direttore del dipartimento e presidente della Società Italiana di Arboricoltura – generata in realtà da un meccanismo molto semplice. E’ dalla fine degli anni ’60 che si ipotizza di ricavare energia dagli alberi, il libro The secret life of plants di Peter Tompkins e Christopher Bird ha segnato l’inizio di un nuovo modo di concepire il rapporto tra pianta e uomo. Ma purtroppo degli alberi e delle loro infinite risorse si sa ancora pochissimo”.

Le difficoltà che si hanno nella sperimentazione di simili progetti sono relativi alla durata media di vita degli esseri umani nei confronti degli alberi. Infatti, un albero può vivere anche 1.000 anni ed ha tempi di reazione molto lenti. Questo problema, i ricercatori americani, sono riusciti a superarlo facendo esperimenti sulla parte che pù velocemente si deteriora in un albero: le foglie. il professor Carlton Himes, altro membro del team che ha realizzato la scoperta, ha trascorso un’intera estate studiando le foglie d’acero, molto comuni in America, e il processo di fotosintesi clorofilliana. Il meccanismo di trasformazione della linfa grezza in linfa elaborata genera una quantità di energia che è possibile intercettare e incanalare, ed è proprio questo che i ricercatori hanno fatto, costruendo un convertitore ad hoc. Gli studiosi hanno anche inserito nel dispositivo un orologio capace di alimentarsi con l’energia prodotta dall’albero e di riattivare il circuito a scadenze prestabilite, in modo da creare un meccanismo che si autoalimenta e non si spegne mai. Proprio come il circuito vitale degli alberi. L’apparecchio nel corso dell’esperimento ha consumato circa 10 nanowatt.

“Quello che abbiamo realizzato – conclude Parviz – è molto diverso dai normali generatori di energia vegetali, ad esempio quelli ottenuti dalla patata. Abbiamo sfruttato non una reazione chimica tra sostanze diverse ma l’energia stessa dell’albero”. Una tecnologia tutta naturale che non potrà, per il momento, sostituire le centrali eoliche o quelle a energia solare, ma riuscirà magari a creare un rapporto diverso tra alberi e uomo.