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Articoli e Posts del blog di InAmbienTe – Il portale degli studenti di ingegneria.

Energia dall’oceano: le centrali sottomarine del futuro sfrutteranno la differenza di temperatura nelle acque tropicali.

Centrale Oceano

Centrale Oceano

Raccogliere energia direttamente dal mare, sfruttando il calore delle acque tropicali per attivare delle centrali termoelettriche nell’oceano. Un progetto che a prima vista può sembrare semplice, se non fosse che una centrale sottomarina efficiente richiede la costruzione di un’enorme sistema di pompaggio largo alcuni metri e che si estende per oltre un chilometro di profondità.

Praticamente come costruire un tunnel della metropolitana ed immergerlo verticalmente negli abissi marini per una profondità pari a tre grattacieli come l’Empire State Building. Una sfida tecnologica molto ambiziosa, ma che secondo gli ingegneri della Lockheed Martin potrebbe essere realizzabile in pochi anni.

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Molise

L’ingegneria naturalistica a difesa dell’erosione marina della costa molisana.

La Sigea (Società Italiana di Geologia Ambientale), in collaborazione con l’Università degli Studi del Molise, dell’ARPA Molise e dell’Ordine dei Geologi della Regione Molise, ha organizzato un convegno, presso l’aula della biblioteca dell’Università a Campobasso, incentrato sulla presentazione del libro, da parte dell’autore Federico Boccalaro, “Difesa delle coste e ingegneria naturalistica”.
Hanno, altresì, relazionato la prof.essa Carmen Rosskopf, dell’Università degli Studi del Molise, la dott.ssa Manuela Tolve dell’Arpa Molise e, quale freelancer, la dott.essa Mariaconcetta Giuliano.

Lo scopo dell’incontro, nel rivolgere l’attenzione alla difesa areale del territorio costiero, è stato quello di analizzarne le cause del degrado, descrivendone i rimedi idonei a contenerne gli effetti, cioè la sottrazione di superficie dovuta all’erosione marina. Fenomeno che da tempo interessa gli arenili, i sistemi dunosi, alterando, comunque, gli ambienti circostanti.

L’occasione ha permesso di fare una panoramica sulla situazione relativa alla costa molisana, soffermando, in particolare, l’attenzione sulle opere, suggerite dall’ingegneria naturalistica, che meglio potrebbero eliminare o, quantomeno mitigare la situazione in atto.

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Per maggiori informazione sull’Ingegneria Naturalistica fate riferimento al seguente link.

In aumento l’energia da rifiuti. Nel 2011 prodotti 2 miliardi di tonnellate di rifiuti solidi urbani e 221 TWh di energia.

Il rapporto “Waste-to-Energy Markets – Renewable Power and Heat Generation from Municipal Solid Waste: Market Outlook, Technology Assessments, and Capacity and Revenue Forecasts” di Pike Research analizza le opportunità per il mercato globale delle energie da rifiuti (Waste-to-Energy – Wte) per tre segmenti tecnologici principali: combustione, gassificazione e la digestione anaerobica e «fornisce una valutazione completa dei driver della domanda, dei modelli di business, dei fattori politici, della tecnologia e le questioni connesse alla rapida crescita di mercato per le Wte», riguardanti i principali protagonisti mondiali di questo discusso settore e le previsioni fino al 2022 sulla produzione di energia per applicazione e regione.

Pike Research spiega che la Wte «comprende tecnologie di conversione termica e biologica che sbloccano l’energia utilizzabile immagazzinata nei rifiuti solidi urbani (Rsu) per produrre elettricità e calore. Gli impianti di termovalorizzazione sono integrati in più ampi regimi di gestione dei rifiuti volti a prevenire l’utilizzo delle discariche. Riducendo il volume dei rifiuti del 90% o più ed evitando le emissioni di gas metano dal degrado della discarica, la Wte offre un’opzione interessante per promuovere la crescita low-carbon nell’affollato panorama delle energie rinnovabili».

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Rinnovabili

Decreto rinnovabili con autogol “Quella norma premia i cinesi”

La fretta, si sa, è cattiva consigliera, ma a volte prendersela con calma non è detto che aiuti. Il decreto sulle rinnovabili extra fotovoltaico è stato finalmente presentato mercoledì dal governo dopo un ritardo di ben sei mesi sui tempi previsti, ma contiene una clamorosa svista che rischia di vanificare uno dei principali obiettivi del provvedimento, ovvero l’incentivazione di una filiera italiana del settore.

A denunciare l’errore è il senatore del Pd Francesco Ferrante, membro della commissione Ambiente di Palazzo Madama. “I decreti sulle rinnovabili così come sono non vanno”, spiega riferendosi anche al Quinto conto energia partorito dai ministri Passera, Clini e Catania. “Uno svarione che va corretto nel decreto sulle rinnovabili non fotovoltaiche – precisa – è quello che riguarda il minieolico, perché i produttori italiani costruiscono pale di aerogeneratori da 55 KW e quindi il registro dai 50 KW favorisce sostanzialmente quelli più piccoli, prodotti in Cina. Effetto davvero paradossale – commenta Ferrante – e forse frutto di ignoranza per chi, anche nel governo, nel criticare il sistema di incentivazione delle rinnovabili puntava il dito contro l’assenza di una filiera totalmente italiana.”

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"TOXIC NAPOLI", l'emergenza rifiuti campana che parla inglese. Un documentario di VBS.tv rilanciato dalla CNN sull'emergenza rifiuti campana.

Proprio mentre si sta insediando il nuovo presidente della Regione Campania, la CNN lancia un documentario sulla tragedia ambientale che ha colpito e che continua a colpire Napoli e la regione stessa. Realizzato da Lele Saveri per VBS.tv, un sistema di broadcasting online del media group Vice, un editore indipendente newyorkese, “Toxic Napoli” ricostruisce una delle pagine pù brutte della storia campana. Racconta dei rapporti con la camorra e, attraverso le immagini del territorio, mostra la situazione terrificante nella quale ci troviamo.

Nulla di nuovo, ci verrebbe da dire, ormai ci sono così tanti documentari sulla vicenda che “Toxic Napoli” sembra l’ennesima serie di filmati di ecoballe ammassate, ma non è così. Questo documentario è stato fatto da americani, per il mercato americano. Viene mostrata la nostra terra non attraverso i nostri occhi ma attraverso quelli di un popolo diverso, che ci ha sempre guardato come una terra meravigliosa ed un popolo stupendo. Anche se i contenuti e le interviste rimandano a cose che abbiamo già visto e sentito, il fatto che si parli in inglese e si ragioni all’americana da’ a questo documentario una immagine completamente diversa.

Si parla di Taverna del Re, delle piramidi campane di ecoballe che farebbero invidia a Cheope, si parla delle discariche abusive e delle colpe della camorra e delle ecomafie. Si parla del “miracolo napoletano” realizzato dal santissimo presidente del consiglio che ha tolto i rifiuti dalla strada per metterli su gigantesche piazzole di cemento o in qualche discarica nascosta agli occhi dei cittadini.

Si parla di pecore e pecorari, che hanno dovuto traslocare dalla loro terra, dove da decenni crescevano le loro greggi, solo perché ogni giorno nascevano pecore deformi e intossicati dalla diossina. Acerra era un paese agricolo, rigoglioso e produttivo, oggi la gente non arriva a cinquant’anni.

Si parla degli interessi della camorra che ha saputo sfruttare alla grande l’emergenza e l’attività del commissariato, lucrando avidamente su tutto quello che riguardava i rifiuti: affitto dei terreni per lo stoccaggio delle ecoballe (affitti lievitati a dismisura), uso dei tir per il trasporto delle balle. La malignità di un nord produttivo che quando si ritrova con pericolosi scarti industriali li viene  a “smaltire” a sud, compresi i rifiuti radioattivi.

Infine, c’è la discarica del commissariato, quel bel catino di immondizia che si trova a Chiaiano che Francesco Barbato, della IDV, ha definito “il buco nero”. C’è di tutto in questo documentario americano, c’è la nostra città che, nonostante i proclami dei politici “con la coscienza apposto” continua a morire giorno dopo giorno.

Vi invito a guardare il documentario (prima parte e seconda parte), non c’è niente di nuovo se non nella lingua di chi lo raccolta e di chi lo ascolta.

Opportunità  interessante per tutti gli studenti: emanato il bando part-time dell'Ateneo per gli studenti iscritti all'anno accademico 2009/2010.

Su segnalazione diretta dell’ASSI, tramite la nostra bacheca di facebook,  diffondiamo questa interessante opportunità.

Dopo il rientro di bilancio da parte del nostro Ateneo, finalmente dopo molte pressioni da parte dell’ASSI ed i suoi rappresentanti in Ateneo è stato emanato il Bando per il Part-Time per l’a.a. 2009/2010.
Per chi non fosse a conoscenza di tale opportunità offerta agli studenti si ricorda che il Part-Time è una forma di collaborazione studenti-università dietro rispettivo compenso orario: si tratta di lavorare per un monte di ore (in genere 150 h ) nell’arco di un anno presso una struttura che viene assegnata alla scadenza del bando ed al termine di tale collaborazione ricevere il pagamento da parte dell’Ateneo.
Si ricorda inoltre che la domanda, dovrà essere redatta esclusivamente via internet (con accesso tramite il PIN dello studente) compilando il modulo reperibile all’indirizzo web www.unina.it dal 07/05/2010 ed entro e non oltre le ore 12,00 del 28/05/2010.
La ricevuta stampata a conclusione della procedura di registrazione della domanda farà fede dell’avvenuta presentazione.  A fine articolo clicca sul link per visionare il bando e compilare la domanda.
Per l’occasione ricordiamo a tutti di darci una mano per il CNSU Mercoledì 12 e Giovedì 13 Maggio sostenendo un rappresentante attivo ed apartitico come noi: vota SOLA al CNSU con la lista 3 – La Confederazione

On line il sito ufficiale del corso di studi di Ingegneria per l’Ambiente e il Territorio, presentato anche il logo che rappresenta il nuovo portale.

Si basa sulla piattaforma open source Joomla, il che può essere un segnale positivo per noi che promuoviamo attività aperte e gratuite in tema didattico, ed ha una veste grafica leggera ma efficace. Il nuovo portale del corso di laurea in Ingegneria per l’Ambiente e il Territorio promosso dalla facoltà di Ingegneria di Napoli della Federico II, ha la concreta possibilità di ampliare l’interesse nei confronti del nostro amato corso di laurea, soprattutto perché alle spalle c’è l’istituzione universitaria che maggiormente riesce ad esprimersi nel campo della ingegneria italiana.

L’intervento autorevole per Prof. Francesco Pirozzi, Presidente del Consiglio dei Corsi di Studi, che con un suo messaggio ha dato il via alla nuova avventura fa ben sperare, ma l’ambizione di diventare un punto di riferimento non può prescindere da un valido gruppo di lavoro che punti a tenere vivo il portale (e noi ne sappiamo qualcosa). Ci aspettiamo molto, principalmente nella continua divulgazione di notizie e di eventi organizzati all’interno della facoltà e, soprattutto, ci auguriamo che serva a dare voce ai numerosi studenti che hanno la voglia e le capacità comunicative giuste.

Un ottimo inizio è la possibilità che è stata data ad alcuni ex studenti di raccontare la propria esperienza, tipo quella di Federica Barone o di Marco Miniucci, anche se l’apparente assenza di un forum o di uno strumento di comunicazione interattivo può essere un grosso limite. Un’altra sezione interessante è quella che fa riferimento all’Area Studenti, che permette di avere numerosi informazioni utili, una tra tutte la possibilità di conoscere le offerte di tesi disponibili.

In ultimo, ci fa molto piacere porre l’attenzione sul nuovo logo che dovrebbe (e ce lo auguriamo!!) rappresentare il nostro corso di studi in giro per il mondo. Per ora si limita a identificare il portale appena pubblicato e, l’ideatore ed il creatore del logo è un giovane studente, Mariano Grimaldi, il quale ha partecipato e vinto il concorso nato proprio per l’occasione.

Le premesse sono buone, anzi ottime, speriamo che con il tempo non si spenga questa fiamma che tanto bene farebbe a tutti noi, studenti e laureati in Ingegneria per l’Ambiente ed il Territorio.

Regi Lagni: on line la mappa dei rifiuti. Cumuli di spazzatura e scarichi fognari abusivi, la morte lenta di un opera idrica storica.

Materiale da costruzione contenente amianto, guaina bituminosa, miscugli o scorie di cemento

La Regione Campania, in collaborazione con l’Arpac, ha realizzato un portale web interamente dedicato ai Regi Lagni raggiungibile all’indirizzo www.regilagni.it. Oltre a numerose notizie sullo stato degli storici alvei campani è possibile consultare la “mappa dei rifiuti”, che permette di individuare i numerosi scarichi abusivi presenti lungo il fitto reticolo dei canali. Oltre ai rifiuti, è possibile individuare gli sbocchi degli scarichi fognari abusivi, realtà non in secondo piano nella già devastata ampania Felix.

Il portale nasce dal “grande progetto Regi Lagni” che la Regione Campania ha avviato e per il quale ha previsto lo stanziamento del 40% dei fondi comunitari. Palazzo Santa Lucia ha siglato due protocolli d’intesa, il primo con i comuni attraversati dal canale principale, il secondo con quelli attraversati da una serie di affluenti: gli accordi assegnano al Consorzio di bonifica del Basso Volturno il compito di ripulire alvei e sponde, di risistemare gli argini e di avviare i primi interventi di alberatura, per ricostruire la vegetazione lungo i «lagni».
Negli ultimi mesi, inoltre, è stato siglato un accordo per il recupero della residenza borbonica di Carditello, nel Casertano, dove la Regione propone di insediare un Orto della biodiversità mediterranea, con la partecipazione degli atenei campani. E proprio nel Palazzo di Carditello, Regione e associazioni degli agricoltori si sono impegnati a elaborare un disciplinare di produzione per i prodotti agroalimentari dell’area: una serie di regole, con controlli ambientali e sanitari, che possa garantire ai Regi Lagni un marchio di qualità e rilanciarne i prodotti.

Rispamio Idrico: come risparmiare 5 litri di acqua al giorno ingannando lo sciacquone del water. Ce lo spiega Alessandro Guccini.

Risparmiare acqua è un favore che facciamo non solo a noi stessi, ma alla collettività. L’ISTAT ha appena divulgato i dati dei consumi di acqua in Italia, dai quali si nota che ogni italiano consuma 250 litri al giorno, risparmiarne qualcuno non sarebbe male e farlo è molto semplice.

In media, ogni giorno, utilizziamo il water almeno cinque volte e, considerando che le vaschette delle sciacquone di vecchia generazione (che sono l’80% di quelle in uso) contengono almeno 15 litri di acqua, si ha che ogni giorno consumiamo 75 litri di acqua potabile solo per andare in bagno. E’ vero che le vaschette di nuova concezione consentono di scegliere tra due diversi volumi di scarico ma sono ancora poco diffuse.

Per fare un esempio prendo in considerazione il mio comune di residenza: Villaricca. I 30.000 abitanti di questo medio comune a Nord di Napoli consumano circa  2.250.000 litri di acqua potabile al giorno solo per andare al bagno, se si riuscisse a ridurre di solo un litro il consumo per singolo utilizzo, si avrebbe un risparmio giornaliero per abitante di 5 litri, cioè  150.000 litri di acqua al giorno complessivi, che corrispondono a 54.000.000 di litri all’anno…  non male no?

Ma come fare per risolvere questo banale problema? La soluzione, molto semplice ma allo stesso tempo brillante, l’ha trovata Alessandro Guccini, giovane inventore italiano che con l’utilizzo di un piccolo sacchetto pieno d’acqua da inserire nel vano della vaschetta del water, riduce il volume di acqua a disposizione dello scarico. Infatti, per ottenere un ottimo livello di manutenzione del water, bastano 5 – 6 litri di acqua e con l’innesto del sacchetto si riesce a raggiungere ottimi livelli di pulizia con un consumo minimo di acqua.

Il “Sacchetto salva H2O“, così battezzato dal geniale inventore, è un comunissimo sacchetto di plastica che inserito nello sciacquone riduce il suo volume. Per avere una dimostrazione della sua efficacia basta dare uno sguardo a questo video.

Ricerca ed Innovazione: arrivano i contratti di innovazione tecnologia. 30mila ricercatori troveranno lavoro nei prossimi tre anni.

Si ricomincia con un auspicio: essere pù presenti!Lo so, il sito vive di brevi fiammate e di lunghi black out, ma si fa quello che si può (e da solo si può relativamente poco). Volontà e spirito non mancano mai, per fortuna, e questo ci aiuta a sopravvivere.

Ricercatori all'opera.Vorrei cominciare questo nuovo anno con una bella notizia: il governo si è ricordato che in Italia ci sono i ricercatori. Infatti, il Ministero dello Sviluppo Economico ha lanciato i nuovi contratti di innovazione tecnologica, che prevedono uno stanziamento di circa due miliardi di euro. Ad essere finanziati saranno progetti di eccellenza ad alto valore aggiunto, con una occupazione prevista di oltre 30 mila ricercatori. Il funzionamento di questi contratti si basa su un accordo tra imprese ed enti di ricerca in collaborazione con la pubblica amministrazione, infatti i finanziamenti sono parte statali e parte privati.

Per vedere approvato un progetto devono passare almeno 4 mesi, mentre i finanziamenti verranno erogati attraverso finanziamenti bancari ordinari che hanno come garanzia la validità del progetto approvato. Vista la natura dei contratti, i progetti dovranno essere fortemente innovativi, e potranno essere sia “fuoriserie”, con importo superiore ai 10 milioni di euro. Devono essere, inoltre, in grado di innalzare il livello tecnologico del nostro paese anche se ogni progetto non può durare pù di tre anni.

Una parte delle risorse, circa la metà, sarà recuperata dal “Fondo rotativo per il sostegno alle imprese e gli investimenti in ricerca” della Cassa Depositi e Prestiti. Ci saranno anche fondi indirizzati specificatamente al Mezzogiorno.

Per avere maggiori informazioni basta dare una occhiata a questo link. Oltre ai contratti di innovazione, il ministero ha di recente avviato il “Fondo Nazionale Innovazione”, con un budget di 60 milioni di euro e, con 250 milioni è stato istituito il “Fondo di Garanzia per innovazione ed energie rinnovabili” indirizzato alle piccole e medie imprese.

Parecchi soldi, quindi, a favore della ricerca e dell’innovazione industriale, saranno utilizzati per fare innovazione e per lucrare gonfiando progetti inutili? Speriamo bene!

Università campane: in arrivo 50milioni di euro per la ricerca. L’assessore Nicola Mazzocca presenta il progetto “Sviluppo di reti di eccellenza tra Università”

Buone notizie per gli studenti campani che hanno intenzione di sviluppare progetti di ricerca, l’Assessore alla Ricerca ed all’Innovazione della Regione Campania – Nicola Mazzocca – ha presentato un progetto di finanziamento denominato “Sviluppo di reti di eccellenza tra Università” che prevede lo stanziamento di un bando di 50milioni. L’obbiettivo del bando sarà finanziare circa 3mila progetti di ricerca universitaria tra borse di studio, dottorati, stage, master, ecc.; e prevede la realizzazione di una serie di reti tematiche tra università.

Requisito fondamentale è la volontà degli atenei di cooperare su cinque settori strategici per l’innovazione: salute e tecnologie, ambiente e agroalimentare, tecnologie abilitanti, tecnologie industriali e scienze socio economiche. E’ un intervento innovativo – afferma l’assessore – che permette alle imprese di avere un ruolo centrale nella definizione dei temi sui quali si dovranno formare le risorse umane. Le imprese, inoltre, potranno decidere di avere anche un ruolo pù attivo nella rete cofinanziando gli interventi ai quali far partecipare i propri dipendenti o collaboratori. Il tetto massimo di finanziamento per ciascun intervento di rete è di 5 milioni di euro.

Il bando, presentato al Pico, è stato illustrato nell’ambito del convegno “Le opportunità” del Fondo Sociale Europeo per Università, Ricerca ed Imprese. Alla presentazione hanno partecipato anche i rettori delle principali università campane: Filippo Bencardino dell’ Università del Sannio,  Gennaro Ferrara della Parthenope, Guido Trombetti della Federico II, e Lidia Viganoni dell’Università Orientale.

In un momento di crisi economica investiamo nella creazione di un rapporto forte tra mondo dei saperi e dell’impresa – ha detto l’assessore Mazzocca durante la presentazione -. E’ un nuovo modo di fare formazione, una formazione di qualità che guarda in primis al mercato perché le imprese della rete partecipano nel definire i temi degli interventi. Ed è la rete o il partenariato a selezionare le risorse umane che dovranno essere assegnatarie di borse di studio, di stage o altre azioni. Inoltre – ha aggiunto l’assessore – il finanziamento relativo alla formazione ed alla valorizzazione del capitale umano viene gestito in modo integrato perché l’intervento prevede di coordinare azioni diverse come gli stage, i tirocini e le borse di studio. Si tratta, dunque, di un intervento innovativo perché accanto alle consuete forme di scambio fra gli attori della rete di eccellenza si prevede anche l’integrazione.

In conclusione, Mazzocca ha affermato che con questo intervento per la prima volta riconosciamo un progetto formativo che ha alla base l’internazionalizzazione, dunque la mobilità nazionale e transnazionale nei percorsi di studio e di ricerca. La rete ci consente di aggregare la massa critica di risorse e competenze del territorio per conseguire obiettivi ambiziosi e moltiplicare gli investimenti. In pratica, la rete di soggetti che viene finanziata deve saper dimostrare che sarà in grado di produrre sviluppo sostenibile per il territorio.

Un progetto che potrebbe dare una spinta notevole ai progetti universitari e potrebbe consentire gli studenti pù brillanti di farsi notare senza dover emigrare all’estero.

LifeSaver Bottle: la borraccia che permette di bere anche i reflui urbani. Dopo LifeStraw un nuovo progetto innovativo di microdepurazione.

Era il 25 Aprile, quando parlammo di un innovativo sistema di depurazione delle acque che permetteva di bere direttamente dalle pozzanghere acqua di qualsiasi tipo. Ora nasce un nuovo sistema che permette di fare qualcosa di simile ma con un vantaggio: bevi quando e dove vuoi.

La Lifesaver bottle, sembra una borraccia comune ma non lo è. Ha l’aspetto esteriore di un termos ma all’interno ha un vero e proprio impianto di depurazione chimico fisico delle acque. Tutto nasce nel 2005, quando l’inglese Michael Pitchard, esperto in sistemi di depurazione delle acque, rimane impressionato dalle conseguenze disastrose dell’uragano Katrina. Pitchard rimase tremendamente colpito dal fatto che la gente era costretta ad abbeverarsi con acqua contaminata rischiando di morire. Dallo sconcerto all’idea passò un attimo (anche se il precedente lifeStraw faceva pù meno la stessa cosa) e nel 2007 nasce LifeSaver Bottle (la bottiglia cheti salva la vita). Continua a leggere