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"TOXIC NAPOLI", l'emergenza rifiuti campana che parla inglese. Un documentario di VBS.tv rilanciato dalla CNN sull'emergenza rifiuti campana.

Proprio mentre si sta insediando il nuovo presidente della Regione Campania, la CNN lancia un documentario sulla tragedia ambientale che ha colpito e che continua a colpire Napoli e la regione stessa. Realizzato da Lele Saveri per VBS.tv, un sistema di broadcasting online del media group Vice, un editore indipendente newyorkese, “Toxic Napoli” ricostruisce una delle pagine pù brutte della storia campana. Racconta dei rapporti con la camorra e, attraverso le immagini del territorio, mostra la situazione terrificante nella quale ci troviamo.

Nulla di nuovo, ci verrebbe da dire, ormai ci sono così tanti documentari sulla vicenda che “Toxic Napoli” sembra l’ennesima serie di filmati di ecoballe ammassate, ma non è così. Questo documentario è stato fatto da americani, per il mercato americano. Viene mostrata la nostra terra non attraverso i nostri occhi ma attraverso quelli di un popolo diverso, che ci ha sempre guardato come una terra meravigliosa ed un popolo stupendo. Anche se i contenuti e le interviste rimandano a cose che abbiamo già visto e sentito, il fatto che si parli in inglese e si ragioni all’americana da’ a questo documentario una immagine completamente diversa.

Si parla di Taverna del Re, delle piramidi campane di ecoballe che farebbero invidia a Cheope, si parla delle discariche abusive e delle colpe della camorra e delle ecomafie. Si parla del “miracolo napoletano” realizzato dal santissimo presidente del consiglio che ha tolto i rifiuti dalla strada per metterli su gigantesche piazzole di cemento o in qualche discarica nascosta agli occhi dei cittadini.

Si parla di pecore e pecorari, che hanno dovuto traslocare dalla loro terra, dove da decenni crescevano le loro greggi, solo perché ogni giorno nascevano pecore deformi e intossicati dalla diossina. Acerra era un paese agricolo, rigoglioso e produttivo, oggi la gente non arriva a cinquant’anni.

Si parla degli interessi della camorra che ha saputo sfruttare alla grande l’emergenza e l’attività del commissariato, lucrando avidamente su tutto quello che riguardava i rifiuti: affitto dei terreni per lo stoccaggio delle ecoballe (affitti lievitati a dismisura), uso dei tir per il trasporto delle balle. La malignità di un nord produttivo che quando si ritrova con pericolosi scarti industriali li viene  a “smaltire” a sud, compresi i rifiuti radioattivi.

Infine, c’è la discarica del commissariato, quel bel catino di immondizia che si trova a Chiaiano che Francesco Barbato, della IDV, ha definito “il buco nero”. C’è di tutto in questo documentario americano, c’è la nostra città che, nonostante i proclami dei politici “con la coscienza apposto” continua a morire giorno dopo giorno.

Vi invito a guardare il documentario (prima parte e seconda parte), non c’è niente di nuovo se non nella lingua di chi lo raccolta e di chi lo ascolta.

On line il sito ufficiale del corso di studi di Ingegneria per l’Ambiente e il Territorio, presentato anche il logo che rappresenta il nuovo portale.

Si basa sulla piattaforma open source Joomla, il che può essere un segnale positivo per noi che promuoviamo attività aperte e gratuite in tema didattico, ed ha una veste grafica leggera ma efficace. Il nuovo portale del corso di laurea in Ingegneria per l’Ambiente e il Territorio promosso dalla facoltà di Ingegneria di Napoli della Federico II, ha la concreta possibilità di ampliare l’interesse nei confronti del nostro amato corso di laurea, soprattutto perché alle spalle c’è l’istituzione universitaria che maggiormente riesce ad esprimersi nel campo della ingegneria italiana.

L’intervento autorevole per Prof. Francesco Pirozzi, Presidente del Consiglio dei Corsi di Studi, che con un suo messaggio ha dato il via alla nuova avventura fa ben sperare, ma l’ambizione di diventare un punto di riferimento non può prescindere da un valido gruppo di lavoro che punti a tenere vivo il portale (e noi ne sappiamo qualcosa). Ci aspettiamo molto, principalmente nella continua divulgazione di notizie e di eventi organizzati all’interno della facoltà e, soprattutto, ci auguriamo che serva a dare voce ai numerosi studenti che hanno la voglia e le capacità comunicative giuste.

Un ottimo inizio è la possibilità che è stata data ad alcuni ex studenti di raccontare la propria esperienza, tipo quella di Federica Barone o di Marco Miniucci, anche se l’apparente assenza di un forum o di uno strumento di comunicazione interattivo può essere un grosso limite. Un’altra sezione interessante è quella che fa riferimento all’Area Studenti, che permette di avere numerosi informazioni utili, una tra tutte la possibilità di conoscere le offerte di tesi disponibili.

In ultimo, ci fa molto piacere porre l’attenzione sul nuovo logo che dovrebbe (e ce lo auguriamo!!) rappresentare il nostro corso di studi in giro per il mondo. Per ora si limita a identificare il portale appena pubblicato e, l’ideatore ed il creatore del logo è un giovane studente, Mariano Grimaldi, il quale ha partecipato e vinto il concorso nato proprio per l’occasione.

Le premesse sono buone, anzi ottime, speriamo che con il tempo non si spenga questa fiamma che tanto bene farebbe a tutti noi, studenti e laureati in Ingegneria per l’Ambiente ed il Territorio.

Regi Lagni: on line la mappa dei rifiuti. Cumuli di spazzatura e scarichi fognari abusivi, la morte lenta di un opera idrica storica.

Materiale da costruzione contenente amianto, guaina bituminosa, miscugli o scorie di cemento

La Regione Campania, in collaborazione con l’Arpac, ha realizzato un portale web interamente dedicato ai Regi Lagni raggiungibile all’indirizzo www.regilagni.it. Oltre a numerose notizie sullo stato degli storici alvei campani è possibile consultare la “mappa dei rifiuti”, che permette di individuare i numerosi scarichi abusivi presenti lungo il fitto reticolo dei canali. Oltre ai rifiuti, è possibile individuare gli sbocchi degli scarichi fognari abusivi, realtà non in secondo piano nella già devastata ampania Felix.

Il portale nasce dal “grande progetto Regi Lagni” che la Regione Campania ha avviato e per il quale ha previsto lo stanziamento del 40% dei fondi comunitari. Palazzo Santa Lucia ha siglato due protocolli d’intesa, il primo con i comuni attraversati dal canale principale, il secondo con quelli attraversati da una serie di affluenti: gli accordi assegnano al Consorzio di bonifica del Basso Volturno il compito di ripulire alvei e sponde, di risistemare gli argini e di avviare i primi interventi di alberatura, per ricostruire la vegetazione lungo i «lagni».
Negli ultimi mesi, inoltre, è stato siglato un accordo per il recupero della residenza borbonica di Carditello, nel Casertano, dove la Regione propone di insediare un Orto della biodiversità mediterranea, con la partecipazione degli atenei campani. E proprio nel Palazzo di Carditello, Regione e associazioni degli agricoltori si sono impegnati a elaborare un disciplinare di produzione per i prodotti agroalimentari dell’area: una serie di regole, con controlli ambientali e sanitari, che possa garantire ai Regi Lagni un marchio di qualità e rilanciarne i prodotti.

Cagliari e Napoli tra le città che spendono (sperperano!) di più sul tema dell'Ambiente ed il Territorio. Sono città dove la raccolta differenziata è ancora un miraggio.

Non sempre spendere per qualcosa significa migliorarla, e la dimostrazione di questo teorema viene proprio da un recente studio della Fondazione Anci Ricerche dal titolo “I Comuni italiani 2009“. La relazione mette in evidenza che tra le città che spendono di pù per l’ambiente ed il territorio, al primo posto c’è Cagliari, con 472,2 euro a persona ed al secondo posto (udite, udite!!) c’è Napoli con 424,2 euro per ogni napoletano. Per determinare questa classifica, a dir poco sconcertante, sono stati considerati i seguenti parametri: urbanistica, gestione del territorio,edilizia residenziale pubblica, servizio idrico integrato e smaltimento dei rifiuti. Non solo risulta che Napoli è tra le città pù “virtuose” in termini di spesa per l’ambiente ed il territorio, ma risulta anche che tale spesa rappresenta circa un quinto di quella totale delle amministrazioni locali. Continua a leggere