Inchiesta sulle Bonifiche in Campania: 180milioni di euro spesi, zero risultati. Che futuro c'è per l'Ingegneria Ambientale nella terra delle ecomafie?


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Non mi sono mai capacitato del perché ci siano tante difficoltà, per un ingegnere ambientale,  di trovare lavoro in una terra martoriata come la Campania. E’ come dire che un medico non trova lavoro in un paese dove tutti sono ammalati. Poi mi scontro con articoli come quello apparso su ilmattino.it di stamattina che parla di inchieste sulle bonifiche e tutto mi ritorna chiaro.

In una terra dove tutto quello che riguarda i rifiuti è in mano losca, non ci si può meravigliare se si parla di codici dei rifiuti “taroccati”, di rifiuti considerato “tombati”, di interventi di riqualificazione sospetti e di una inchiesta sulla gestione di milioni di euro spesi per la bonoifica di numerosi siti campani, che vede i vertici della Jacorossi sotto torchio. Oltre alle inchieste sulle bonifiche, per le quali si indaga sul recupero di discariche a cielo aperto, c’è un ulteriore filone d’inchiesta che ancora persiste: quello sugli appalti nati in seguito alle numerose emergenze per i rifiuti che ci sono state in Campania. Appalti nati per bonificare discariche abusive, per ripulire zone invase dai rifiuti tra Napoli e Caserta.

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Un bravo ingegnere, a capo di un serio gruppo di operai e tecnici, saprebbe subito cosa fare e come farlo. Ha studiato, sa progettare un intervento di bonifica e sa farlo bene, si impegnerebbe per portare a termine il suo lavoro nel migliore dei modi, soprattutto se questo ingegnere è campano e ci tiene alla sua terra, invece, sempre pù spesso si preferiscono aziende anonime del nord (ma che fanno capo o subappaltano a qualche azienducola del sud con le mani sporche).

Sono stati spesi 180milioni di euro (una caterva di soldi), che sono serviti a sostenere i lavoratori socialmente utili che, mio malgrado, alcuni di loro di utile fanno ben poco. Basti ricordare le inchieste di Report, dove furono beccatte le centinaia di lavoratori che bivaccavano giocando a carte. Insomma, un gran numero di padri di famiglia inutilizzati, pagati e non sfruttati, un gran numero di validi ingegneri non immessi nel mondo del lavoro… un gran numero di zeri per dar vita ad un giro di milioni di euro pubblici nella mani di incompetenti e corrotti.

I pm vogliono fare luce su un meccanismo triangolare dove i soldi arrivavano dal commissariato di governo per l’emergenza bonifiche e tutela delle acque della regione Campania e andavano nelle casse della Jacorissi, azienda leader in Europa nel campo della riqualificazione del territorio, la Jacorossi, poi, finanziava interventi in subappalto, interventi che non vedevano mai la luce. Ora, mi chiedo io, che bisogno c’è di far intervenire un’azienda leader come la Jacorossi, se poi questa subappalta gli interventi senza che gli stessi vengano portati a tarmine? Si spendono milioni di euro per coinvolgere grosse aziende, strapagate, e si lascia a casa professionisti e piccole aziende che avrebbero sicuramente fatto meglio. Che rabbia che mi fa questo!

Purtroppo, sono sicuro che nessuno pagherà il mal tolto, ma noi stenteremo sempre a trovare lavoro!

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